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Lui & Lei

un'amica di scuola


di Membro VIP di Annunci69.it Leileonessa2
14.08.2018    |    5.820    |    4 9.4
"La ricordava snella, con capelli castani, tendenti al biondo, due occhi castani, lo sguardo profondo, labbra umide, un gran bel seno, si, era una gran..."
E' una storia di pura fantasia.
Il cielo azzurro, rotto solo da pochi cirri bianchi di nubi, un'aria afosa, che seccava la gola ad ogni respiro. Gianni andava alla ricerca di un pò di frescura e l'ansa del fiume era la sua meta, il suo desiderio in quell'ora bollente di fine luglio. Il suo cellulare squillò più volte prima che ne avesse certezza. I raggi delle ruote della sua bicicletta frusciavano tagliando l'aria ed erano l'unico rumore insieme allo stormire delle foglie mosse da una leggera brezza del primo pomeriggio. Si fermò, rispose alla chiamata, una voce fresca ,cristallina, naturalmente allegra lo investiva come le sue domande, era Federica, una compagna di liceo, ma di qualche anno di studi meno, aveva forse terminato il terzo liceo, mentre lui, finalmente diplomato si godeva un periodo di sano riposo, come al termine di una maratona l'atleta.
Mise a fuoco la figura nella sua mente, non ricordava di avere troppo parlato con quella ragazza, come faceva ad avere il suo numero? non di meno era molto compiaciuto della chiamata. La ricordava snella, con capelli castani, tendenti al biondo, due occhi castani, lo sguardo profondo, labbra umide, un gran bel seno, si, era una gran bella ragazza.
Rispose con un'enfasi inopportuna, che svelava un piacere non detto.
Si accordarono sul luogo dove incontrarsi, e, lui corse, con maggiore lena spinse sui pedali. Arrivò in quel l'ansa del Po, proprio al confine delle province tra Parma e Cremona. Solo lo sciacquio dell'acqua, ed il frinire delle foglie del pioppeto rompeva il silenzio. Sedette in attesa, sempre più ansioso, di vedere Federica.
Mentre arzigogolava su quale frase dire non appena fosse arrivata.Lei giunse, cogliendolo, impreparato, tanto che non seppe dire altro che un "ciao". Lei aveva un vestito molto semplice, molto leggero e un pò trasparente. Si poteva intravedere le sue forme. Aveva ancora un bel seno, una 5, gli era sempre piaciuto quel seno, quante fantasie ci aveva fatto, ma lei non l'aveva aveva mai notato.
Lei lasciò cadere la bici con indifferenza, quasi correndo verso Gianni, come se avesse troppo atteso questo momento. Si abbracciarono com'è d'uso tra i giovani, che mettono sempre troppa enfasi nelle loro dimostrazioni di affetto. Si sedettero sulla sabbia del fiume, all'ombra, ed iniziarono a parlare, sorridendo, felici di scoprire di essere in sintonia per ogni frase, pensiero, sentimento che esprimevano. Le loro mani si toccavano, dapprima timidamente, poi, via via, sempre più confidenzialmente. Si raccontarono aneddoti su tutte le persone che conoscevano entrambi, risero, quanto risero! su ogni frase senza senso, giocarono con le parole. I loro occhi si cercavano, guardandosi come a voler entrare dentro il corpo, le voci, via via, più basse, calde, un desiderio di toccarsi che urgeva alle mani, come di quelle persone che per parlarti hanno bisogno di toccarti, le labbra che vibravano per la voglia di baciarsi. Poi, dopo essersi assorti a guardare il fiume che scorreva, lentamente,si voltarono a guardarsi nuovamente e si ritrovarono a baciarsi intensamente, avidamente, come gli assetati non appena ritrovano l'acqua. Le mani cercavano di scoprire le forme dei loro corpi. D'improvviso fece troppo caldo, oppure era solo una loro impressione, che sentirono il bisogno di spogliarsi, ignari del mondo e fregandosene dei possibili, eventuali, figuri che avessero potuto vederli. Si amarono, si amarono, come Adamo ed Eva, come se fossero i primi nel mondo, profondendo tutto ciò che sentivano in quell'atto d'amore.
Le loro mani cominciarono ad accarezzarsi, lei iniziò a baciarlo, poi piano piano scese più giù.
Gli sbottonò la camicia, ad ogni bottone gli dava un bacio sulla pelle, fino ad arrivare ai pantaloni.
Si accorse del suo rigonfiamento e prima gli slacciò la cintura, poi aprì la zip, gli scostò dolcemente gli slip e senza toccarlo con le mani lo divorò.
Un lungo pompino, non riusciva a fermarsi, le piaceva quel bel cazzo duro come una pietra nella sua bocca. Mentre glielo leccava lo fissava negli occhi, vedeva il suo sguardo eccitato.
Lui le disse vieni sopra, lei senza mollarlo, fece un cenno con la testa come per di no, non ancora, me lo devo ancora gustare.
Lui era eccitatissimo e lei ancora di più, era bagnata, aveva voglia di sentirlo nella sua figa, ma voleva gustarselo ancora un pò.
Gianni capì che era il momento di accontentarla, le fece capire che aveva voglia di leccargliela, lei sempre senza mollare la sua presa, si girò e appoggiò la sua figa bagnata sulla sua bocca.
Anche Gianni sapere usare bene la bocca e lingua, lei mugugnava di piacere mentre lui gliela leccava.....ci fu un attimo che dovette staccarsi da lui perchè il piacere era così intenso che doveva urlarlo al mondo intero quanto stava godendo.
Gianni le fece segno che aveva voglia di possederla, voleva farle provare il suo cazzo nella figa, Federica questa volta non esitò e si sdraiò sull'erba fresca, Gianni prese il suo bel cazzo di 23 cm e glielo ficcò tutto dentro. Federica gemeva sotto ogni suo colpo, lei a volte gli diceva "fai piano" e a volte "sbattimelo forte dentro".
Gianni non capiva cosa lei volesse, ma l'accontentava.
Lei era bagnatissima, urlava di piacere.Gianni ogni tanto dava uno sguardo in giro, aveva paura che le sue urla potessero attirare delle persone, ma non c'era anima viva in giro.
Gianni continuava a sbatterla forte e lei a urlare di piacere. Era bagnatissima, troppo bagnata pensò Gianni.
Si accorse che lei squirtava, gli piaceva la donna che squirta. Questa cosa lo eccitò così tanto che smise di scoparla e la iniziò a leccare. E continuò a leccarla finchè lei non gli tirò il suo viso a se e iniziò a baciarlo e a leccargli la faccia. E gli disse "ora inifilamelo nel culo e dimmelo quando stai per arrivare......lo voglio tutto in gola".
Lui non se lo fece ripetere due volte, gli piaceva molto il suo culo, sodo come marmo. Glielo ficcò tutto dentro, lei sentì una piccola fitta di dolore ma dopo pochi istanti urlava di piacere.
Quel martellamento durò 20 minuti, lei non riusciva a dirgli basta e lui si tratteneva dallo sborrare perchè non voleva perdersi nemmeno un suo urlo. Il suo viso si contorceva dal piacere e guardarla godere per lui era il massimo del piacere. Ma ormai non ce la faceva più, stava per scoppiare e glielo fece capire con lo sguardo. Lei ormai soddisfatta, gli disse "ficcamelo in bocca, fammi sentire tutta la tua sborra in gola". Lui glielo ficcò in bocca e lei con piccoli gesti lo fece arrivare. Le inondò la gola con tutta la sua sborra, stava quasi soffocando da quanto ne avesse buttato fuori, ma lei da vera troia che era lo ingoiò tutta, nemmeno una goccia ne perse: Dopo si ripulì la bocca con le dita per poi leccarle. Si avvicinò a lui e lo baciò. Gli sussurrò "ti piace la tua sborra?"
Continuarono ad amarsi per molto tempo, fino a che lei gli fece presente che era tardi e doveva rientrare, ma giurò di vederlo quella stessa sera. Si baciarono di nuovo, poi, lei tornò alla sua bici, gli inviò un ultimo bacio col soffio della mano, e si allontanò, braccio alzato, mano sventolante un saluto. Cantava a voce alta.
Gianni rimase un pò a guardare l'acqua che scorreva, gli alberi, il panorama, la luce che filtrava tra i rami, ascoltava il suo cuore battere forte, poi, più lentamente, si calmò. Mise le cuffiette, accese la musica del suo telefonino, prese la bici, e cantando una canzone, si avviò verso casa pensando alla sera, non vedeva l'ora di rivederla ancora..
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